CORPORATE:
COME CREARE UN PONTE TRA PROFIT E NONPROFIT

Intervista ad Alessandro Benedetti

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Il corporate molto spesso viene trascurato, ma può essere un punto di svolta per la tua nonprofit! Essere in grado di creare un ponte tra profit e nonprofit forse non è semplicissimo, ma è sicuramente molto soddisfacente. In che modo?

Ce ne parla Alessandro attraverso una relazione di successo: quella tra Fondazione Meyer e Unicoop Firenze! Alessandro dal 2000 è Segretario Generale della Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Anna Meyer di Firenze, di cui ha seguito e curato la nascita fin dalla sua ideazione. I compiti di coordinamento operativo della Fondazione seguono quelli della consulenza alla Direzione Aziendale del Meyer per le tematiche relative a fundraising, comunicazione e marketing. Nel 2008 promuove la nascita dell’Associazione Amici del Meyer di cui è socio fondatore e di cui è Consigliere di Amministrazione e nel 2016 è stato eletto “Fundraiser dell’anno” all’Italian Fundraisng Award organizzato da ASSIF e Festival del Fundraising.

Conosciamolo meglio e facciamoci svelare qualche piccolo spoiler sulla sua sessione del Festival 2021!

 

Spesso nel lavoro ci abituiamo a delle prassi (dei modi di fare) che diventano talmente abituali che quasi li consideriamo “sacri”, pensando di non poterne più fare a meno, mentre se ci fermiamo a pensare un attimo capiamo che sarebbe meglio cambiarli o addirittura eliminarli per qualcosa di nuovo. Ti è mai capitato? Cosa hai fatto per adattarti ai cambiamenti dell’ultimo anno?

L’ultimo anno è stato motivo per tutti, ed in ogni ambito, per ripensare nuovi modelli organizzativi e cercare sempre di più di lavorare su modelli flessibili abbandonando “sacri” e statici modelli. Ed è vero che tutti ci siamo dovuti adattare a nuovi modelli, ognuno nel suo contesto di riferimento. Noi che lavoriamo dentro ed accanto ad un ospedale non ci siamo mai fermati, ma abbiamo mantenuto fermo il nostro impegno etico nei confronti dei donatori. L’evidenza scientifica, poi dimostrata dai fatti, prevedeva che questa pandemia avrebbe colpito meno e con minor forza i bambini e questo è bastato per farci decidere di non operare strategie di raccolta fondi che cavalcassero l’enfasi dell’emergenza da Covid 19. In altre parole non ci sembrava etico cavalcare una emergenza che in ambito pediatrico non sembrava esserci e non abbiamo fatto attività di raccolta fondi per questa emergenza. In realtà poi abbiamo dovuto sostenere delle spese dell’ospedale per l’emergenza, ma abbiamo attinto ad altri fondi e le donazioni residuali sono state solo spontanee.

 

La crisi in termini di donazioni raccolte si farà sentire con più rilevanza nel lungo termine, secondo te quali strategie bisogna adottare ORA per prepararsi al probabile calo delle donazioni future?

La pandemia ci ha abituato ad un nuovo approccio verso la rete e l’interazione ad essa connessa che poi si traduce in comportamenti tradizionali. Si fanno acquisti on line, ma poi ce li portano i corrieri. I ristoranti che si sono adeguati al delivery servono i loro clienti non al tavolo ma li inscatolano in box appositi – in passato servivano solo per il “doggy bag”. Le riunioni in videoconferenza ormai sono (e saranno) un modo complementare, se non principale, di incontro di lavoro. Quindi anche il mercato delle donazioni dovrà convivere ad adattarsi a nuovi modelli che prevedano una stretta interazione con il web.

 

Profit e Non Profit, cosa deve accomunare questi due mondi?

Nel 2004, ho lavorato ad un panel coordinato dalla Fondazione Sodalitas emanò i sei principi che dovrebbero essere alla base di qualsiasi partnership tra profit e non profit, che trovo essere ancora attuali:

  1. Integrità

  2. Trasparenza

  3. Sincerità

  4. Mutuo rispetto

  5. Partnership (relazione paritetica)

  6. Mutuo beneficio

 

La cosa più bella che ti ha detto un donatore?

Che ha effettuato la donazione per la fiducia che ripone in me

 

SULLA TUA SESSIONE: perché i partecipanti non dovrebbero proprio perderla?

Perché possono trovare spunti interessanti per replicare anche solo uno dei modelli adottati nella partnership che andrò a presentare. Possibilità di declinare dunque progetti a misura della propria non profit di riferimento ed aprire una visione per un accordo che tocchi più aspetti di socialità e solidarietà.

 

Al Festival del Fundraising Alessandro ci parlerà di Corporate e di come si possano creare delle relazioni di successo tra profit e nonprofit. Non bisogna dimenticare che dietro le aziende ci sono delle persone e che molto spesso queste persone aspettano solo voi per mettersi in gioco e fare del bene!

Ringraziamo Alessandro per la gentilezza, la disponibilità e la competenza. Adesso non ci resta che aspettarlo al Festival!

Presi dal blog
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