LAVORO POST-PANDEMIA
COSA CAMBIERÀ

Intervista a Alessandro Rimassa

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Il nostro è un lavoro che si fonda sulle relazioni, lo sappiamo. Per questo e per mille altri motivi, il 2020 è stato un anno complicato che ha cambiato diversi equilibri. Ma come questo modificherà il nostro approccio al lavoro? Cosa cambierà e cosa invece tornerà uguale a prima?

Ce ne parla Alessandro imprenditore con una grande esperienza su future of work e la digital transformation. Ha fondato Changers, community dedicata alla crescita e trasformazione professionale, e prima Talent Garden Innovation School, business school leader sui temi del digitale e dell'innovazione.Per Il Sole 24 Ore scrive di futuro del lavoro e conduce il podcast Company Culture. 

Conosciamolo meglio e facciamoci dare qualche spoiler sulla sua sessione del Festival 2021!

Quali sono stati i principali cambiamenti che hai visto nel mondo del lavoro in questo periodo di emergenza?

Ci sono due cambiamenti fondamentali a cui abbiamo assistito in questo periodo di emergenza, uno tocca le aziende e il modo di organizzare il lavoro, l’altro le persone e la propria auto organizzazione. Nel primo caso, le aziende che realmente credono nelle proprie persone hanno iniziato a over comunicare, costruire una relazione stabile con tutti i lavoratori, ascoltare le persone e le proprie esigenze. Questo sta portando a un cambiamento nel modo di relazionarsi tra
azienda e lavoratore e farà sì che chi più si concentrerà sulle persone, per farle stare bene occupandosi di caring e di wellbeing, più attrarrà e tratterà i talenti. Cioè più crescerà! Nel secondo caso, le persone si sono trovate costrette a organizzare la propria giornata lavorativa a partire non da orari e task decisi da altri, ma come una pagina bianca da colorare. Qui sta la sfida per ognuno di noi: imparare a gestire noi stessi, il nostro lavoro, la nostra auto organizzazione e, quindi, il nostro life balance.

 

Come pensi che si svilupperanno e rafforzeranno le relazioni tra colleghi dopo il Covid? 

Abbiamo ancora molto da imparare, perché le relazioni vanno coltivate e non possono sostanziarsi solo nell’abitudine di incontrarsi in ufficio. Domande quali “Come stai?” devono assumere un significato più vero e profondo. Non so quindi se le relazioni tra colleghi si rafforzeranno, sicuramente sono cambiate e cambieranno. Ciò che dobbiamo fare dal punto di vista professionale è imparare ad ascoltare di più e sviluppare empatia per comprendere situazioni e differenze.

 

Qual è il cambiamento interno più stravolgente che le nonprofit dovranno affrontare dopo il Covid?

Le persone che lavorano nel no profit lo fanno per una scelta di campo, per un senso di appartenenza al purpose dell’organizzazione. Ora, però, anche le aziende si stanno trasformando e hanno purpose sempre più forti e attraenti: alle no profit spetta quindi il compito di migliorare nella propria struttura e dare un senso ancora più profondo alla partecipazione delle persone, perché la sfida con le aziende for profit per accaparrarsi i migliori talenti è molto più dura di ieri.

 

Un piccolo spoiler sulla tua sessione? Perché è una sessione da non perdere?

Cercheremo di capire insieme come cambia il lavoro, qualcosa che tocca tutti noi e che ha una grande possibilità: vedere ognuno di noi coprotagonista nel disegnare i nuovi modi di lavorare. Io darò alcune informazioni e suggestioni, utili poi per tutti per cambiare in meglio le proprie organizzazioni.

 

Alessandro ci darà tante importanti suggestioni sul futuro del nostro lavoro. Come cambierà il mondo? Cosa dobbiamo fare per adattarci ai nuovi equilibri? Non ci resta che scoprirlo al Festival il 7.8.9 Luglio!

Ringraziamo Alessandro per la disponibilità e non vediamo l'ora di ascoltare la sua sessione al Festival!

Presi dal blog
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