TUTTI I SEGRETI DEL PEER TO PEER

Intervista a Francesca Arbitani e Arianna Nobili

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Cosa c'è di più bello di una persona che vuole spendere del tempo e mettere a disposizione le proprie capacità e conoscenze per la tua associazione? È di questo che si tratta quando di parla di PeerToPeer o Personal Fundraising: una strategia di fundraising che permette alle singole persone o gruppi di raccogliere fondi per una causa attraverso sistemi digitali. 

Ma quali sono le potenzialità del Personal Fundraising? Come si può rafforzarlo e coinvolgere al meglio la propria community? Ne parliamo con Arianna e Francesca che conoscono bene le possibilità inespresse di questa strategia.

Conosciamole meglio e facciamoci svelare qualche piccolo spoiler sulla loro sessione del Festival 2021!

FRANCESCA appassionata di viaggi e digitale, si definisce una donatrice compulsiva e una frequentatrice seriale di Master (l’ultimo, in Digital Transformation lo ha appena terminato). Dopo il Servizio Civile ad Emergency, due anni di consulenza per piccole organizzazioni nonprofit e cinque anni nella raccolta fondi dell’Università Bocconi, da Febbraio 2019 è Country Manager di iRaiser Italia.

ARIANNA dal 2016 è in Mission Bambini dove attualmente ricopre il ruolo di Digital Fundraiser. Ama le sfide e non si lascia scoraggiare facilmente trovando sempre soluzioni ingegnose per risolvere i problemi. E' curiosa e creativa ma allo stesso tempo determinata e sempre ben organizzata. Appassionata di viaggi per scoprire posti e culture nuove.

Come descriveresti il PeerToPeer in una parola?

ARIANNA: Descriverei il PeerToPeer con la parola: Rete, ovvero un intreccio di fili (le persone) annodati fra di loro, che insieme, collaborano per arrivare ad un obiettivo comune (la buona causa).

FRANCESCA: Quando penso al p2p penso a un moltiplicatore: di fundraiser e di fondi raccolti ma soprattutto di community e persone che si uniscono per una buona causa. È una catena bellissima che se fatto bene, coinvolge con risultati impressionanti!

Quale elemento non deve assolutamente mancare per una campagna di Personal Fundraising di successo?
ARIANNA: L’elemento fondamentale, che non deve assolutamente mai mancare in una campagna di Personal Fundraising, è la pianificazione seguita da una forte dose di entusiasmo!
FRANCESCA: Per non ripetermi, dico che quello che non deve mai mancare è anche la guida e la rassicurazione dei personal fundraiser da parte dell’organizzazione e ovviamente...uno strumento facile e veloce per permettere a tutti di creare la propria campagna di raccolta fondi e raccogliere donazioni facilmente in maniera digitale ;-)

Una volta coinvolta la propria community da dove bisogna iniziare con il Personal Fundraising?
ARIANNA: Bisogna iniziare incoraggiando i propri personal fundraiser a parlare di loro e del perché hanno deciso di scendere in campo in prima persona per supportare la nostra causa, facendo loro capire che quello che stanno facendo non è una cosa scontata ma davvero preziosa. Mettendo a disposizione tutti gli strumenti necessari per veicolare la loro raccolta nel modo più semplice possibile (es. attraverso la condivisione social, mail, WhatsApp, creazione di locandine e immagini ad hoc ecc.).

Per i nostri Personal abbiamo pensato ad un metodo molto speciale, che consiste in 5 piccoli consigli:

  1. Pazienza (non aspettarsi di ottenere tutto e subito, ma pianificare il lavoro gestendo la raccolta «day by day»);
  2. Intraprendenza (perché pazientare non significa essere passivi, nessuno meglio del fundraiser conosce i suoi donatori e sa quando e come contattarli, come parlare loro e come interessarli alla causa);
  3. Metodo (ovvero preparare una lista ragionata di donatori target, programmare le attività nel tempo scegliendo i canali più adatti con cui comunicare, porsi degli obiettivi e monitorarne il raggiungimento attuando eventuali azioni correttive);
  4. Pressing (“stressare” con garbo); 5 -Amusement perché partecipare con successo a un p2p deve significare anche mettersi alla prova, affrontare una sfida, entusiasmarsi e soprattutto divertirsi!).

FRANCESCA: Direi che non ho proprio nulla da aggiungere a quello che ha detto Arianna, quello che ha fatto Mission Bambini è un bellissimo esempio da cui tutte le organizzazioni possono prendere ispirazione
adattandolo alla propria realtà/tone of voice.


Quando Fondazione Mission Bambini ha iniziato con il personal fundraising e perché?
ARIANNA: Mission Bambini ha iniziato con il Personal Fundraising nel lontano 2016 su Rete del Dono, con la campagna natalizia #GivetheBeat, creata per salvare la vita dei bambini gravemente cardiopatici che nascono nei Paesi più poveri del mondo, coinvolgendo medici italiani volontari e collaborando con le strutture sanitarie locali. Avevamo iniziato ad intravedere le potenzialità di questo strumento perché si basa sulle relazioni esistenti delle persone a noi vicine per aiutare a spargere la voce sulla nostra causa.

Inizialmente quali sono state le sfide più grandi (per Mission Bambini)?
ARIANNA: La sfida più grande è stata proprio quella di “imparare a fare rete”, una cosa che continuiamo a costruire ogni giorno attraverso la coltivazione della relazione con i nostri donatori, i volontari, i medici, i partner locali e le aziende. Perché la base di una community solida è la fiducia.

Perché Mission Bambini ha scelto IRaiser?
ARIANNA: Abbiamo scelto iRaiser per le sue molteplici potenzialità, i donatori infatti possono facilmente creare la loro pagina personale di personal fundraising iniziando subito a raccogliere fondi per ricorrenze importanti della propria vita come matrimoni, nascite, anniversari, compleanni, in memoria di qualcuno che non c’è più o per qualsiasi altra occasione. È possibile inoltre coinvolgere le aziende in progetti più strutturati, perché ogni organizzazione è fatta di persone e realizzare raccolte totalmente customizzate: dalla grafica, alle form di donazione, fino alle mail di ringraziamento in cui è possibile inserire un video o un piccolo reward per i donatori. La cosa importante poi è che non ci sono percentuali decurtate dalla donazione ricevuta quindi l’organizzazione ottiene il 100% della somma raccolta.

Quali sono le potenzialità inespresse del peer to peer che i fundraiser faticano ancora a riconoscere? Perché è importante per la propria strategia di fundraising?
FRANCESCA: secondo me quello che ancora non è chiaro è che il p2p è un fantastico modo per fare acquisizione di nuovi donatori. Tramite la rete dei personal fundraiser ogni organizzazione riesce ad arrivare a target diversi con un contenuto ad alto valore emozionale e un un fundraiser d’eccezione. Non è l’organizzazione a coinvolgere altre persone ma il donatore/fundraiser stesso che si mette in gioco per la causa: è molto più difficile dire di no a un amico, collega, fratello che all’organizzazione direttamente!

ARIANNA: Concordo con Francesca, per noi poi il p2p è importante perché ci aiuta a costruire relazioni sempre più solide, i donatori si sentono più legati all’organizzazione non profit dopo aver raccolto fondi personalmente.

Scopri con noi tutti i segreti del PeerToPeer alla sessione di Francesca e Arianna del Festival del Fundraising.

 
Ringraziamo Francesca e Arianna e non vediamo l'ora di ascoltare la loro sessione del Festival il 7.8.9 Luglio!

Presi dal blog
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